L’11 febbraio scorso Filcams, Fisascat e Uiltucs sono state ricevute presso il Ministero del Lavoro per discutere del rinnovo contrattuale per gli addetti del comparto della vigilanza privata e dei servizi fiduciari
A seguito delle lettere di sollecito inviate dai segretari generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs per stabilire un tavolo di confronto sul rinnovo del CCNL della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, l’11 febbraio scorso c’è stato il tanto atteso incontro fra gli esponenti delle Istituzioni e le sigle sindacali. L’assemblea si è tenuta presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a Roma, in presenza delle dei suddetti segretari generali, del Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, del Vice Capo di Gabinetto Michele Forlivesi, del Dirigente Generale Romolo De Camillis e di altri rappresentanti ed esperti del dicastero di via Veneto.
Al centro del dibattito l’annosa questione del rinnovo contrattuale per il settore della vigilanza privata che da oltre 48 mesi si trova in una situazione di stallo. Le segreterie generali di Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno esposto al Ministro le condizioni a cui sono sottoposti gli addetti del comparto, costretti a lavorare in condizioni economiche precarie, oltre a sottostare a turni di lavoro massacranti. In risposta alle richieste delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, i rappresentanti del Ministero si sono impegnati a fare un passaggio con le associazioni datoriali per capire gli spazi utili a riattivare il tavolo di rinnovo del contratto nazionale. Una volta svolto il passaggio con le parti datoriali, il Ministero si è impegnato a riconvocare le OO.SS. per un ulteriore aggiornamento.
La deputata del M5S, Jessica Costanzo, da tempo in prima linea sul fronte della vigilanza privata ha commentato a margine dell’incontro: “Ritengo questo primo incontro un passo fondamentale, poiché da troppo tempo si registrava uno stallo inspiegabile dei negoziati. La Ministra del Lavoro Catalfo sarà parte attiva del confronto con le controparti e gli obiettivi devono essere comuni: a fronte del mantenimento dei profitti, occorre che vengano tutelati i diritti dei lavoratori e la loro condizione economica. Troppo spesso infatti i lavoratori devono convivere con bassi salari e un’alta mobilità dovuta a meccanismi di appalti poco tutelanti”.