Il Rapporto Censis-FederSicurezza sulla sicurezza in Italia evidenzia un forte squilibrio tra reati commessi e paura dei cittadini: oltre 6 milioni sono “panofobici”
Reati in calo, ma la paura cresce. È quanto emerso dall’ultimo “Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia” pubblicato da Censis e FederSicurezza. Stando al report, i reati denunciati nel 2020 sono diminuiti del 18,9% rispetto all’anno precedente. Nello specifico, gli omicidi sono calati del 16,4%, le rapine del 18,2%, i furti del 33%, i furti in appartamento del 34,4%. Tuttavia, i dati non bastano a rasserenare l’animo delle persone. Il 66% del campione coinvolto nella ricerca ha manifestato timore di rimanere vittima di un reato; per il 28,6% la paura è addirittura aumentata.
Il 75,4% degli intervistati dichiara di non sentirsi sicuro quando frequenta luoghi affollati, mentre il 59,3% ha paura di camminare per strada e di prendere i mezzi pubblici dopo le otto di sera. Secondo il sondaggio, sono più di 6 milioni gli italiani “panofobici”, ossia quelle persone che vivono perennemente in uno stato d’ansia e hanno paura di tutto, in casa e fuori casa. Tra queste persone circa 5 milioni sono donne, mentre 1,7 milioni sono giovani.
Il Rapporto Censis-FederSicurezza ha evidenziato che, in termini di reati, sono state proprio le donne a pagare il prezzo più alto della crisi. Da marzo a ottobre dello scorso anno infatti le richieste d’aiuto al numero antiviolenza e anti-stalking sono state 23.071, il 71,9% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Molte donne manifestano paura a camminare per strada e prendere i mezzi pubblici di sera (75,8%); incontrare persone sconosciute sui social (88,5%); condividere immagini online (76,3%); stare a casa da sole durante la notte (22,5%).
Secondo l’83,4% degli intervistati servono pene più severe per chi provoca risse o pratica violenza fuori dai locali pubblici e nei luoghi della movida. Inoltre, la maggior parte degli italiani ha espresso fiducia nei confronti delle guardie giurate e degli operatori della sicurezza privata: un italiano su due (50,5%) approva il loro operato. Tuttavia, il 62,8% crede che gran parte della popolazione abbia scarsa consapevolezza circa il ruolo degli addetti alla vigilanza privata, mentre il 55,7% è convinto che il settore avrebbe bisogno di un maggiore riconoscimento sociale.