Secondo l’Eurobarometro sulla Giustizia, l’Italia risulta quintultima per indipendenza dei tribunali e ultima per le decisioni di terzo grado
La giustizia italiana continua a soffrire dei soliti problemi: alla lentezza dei tribunali si aggiungono la scarsa indipendenza dei giudici. È quanto emerso dall’ultima edizione dell’Eurobarometro sulla Giustizia. Il sondaggio vede l’Italia al quintultimo posto in Europa per indipendenza di giudici e tribunali. Peggio, soltanto la Bulgaria, la Polonia, la Slovacchia e l’Ungheria. Se si guardano soltanto le imprese, l’Italia scivola addirittura in terzultima posizione, seguita soltanto da Polonia e Ungheria. Secondo gli intervistati, la scarsa indipendenza dei giudici è dovuta “alle interferenze del governo e della politica”; per le imprese un grosso peso hanno anche “le pressioni del mondo economico”.
La musica non cambia nemmeno quando si parla di tempistiche. Nonostante alcuni recenti progressi, i tempi del sistema giudiziario italiano rimangono tra i più lunghi d’Europa. Si stimano 400 giorni per la soluzione di controversie civili, commerciali, amministrative e di altro tipo, in primo grado, oltre 500 giorni per l’appello e oltre 1300 giorni per completare il terzo grado. I tempi d’attesa per la sentenza definitiva sono i più lunghi d’Europa.
Grande preoccupazione riserva anche la mancanza di giudici in tribunale. L’Italia è tra i paesi dell’Unione europea con il minor numero di magistrati, mentre risulta al quarto posto per numero di avvocati. “I tempi stimati per i procedimenti civili e giudiziari restano ancora molto lunghi. C’è un miglioramento, ma sono ancora molto lunghi rispetto alla media Ue” ha commentato il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders. “Il numero dei giudici resta uno dei più bassi nell’Unione. Ho letto della possibilità di dividere le carriere tra giudici e procuratori, ma occorre aumentare i numeri e quindi magari mantenere la possibilità di muoversi da una carriera ad un’altra regolamentando”.
Unica nota positiva riguarda il processo di digitalizzazione dei tribunali. In questo senso, l’Italia non va malissimo, collocandosi al settimo posto per l’accesso online alle sentenze e addirittura al primo posto per l’accesso online alle informazioni che riguardano il settore.