Il deputato del M5s Rossini ha presentato alla Camera una proposta di legge per istituire un “Registro nazionale degli informatici forensi” e definire una retribuzione adeguata ai compiti svolti
Negli ultimi dieci anni, col diffondersi e l’utilizzo dei dispositivi tecnologici, la richiesta di esperti in digital forensics è aumentata notevolmente. L’informatico forense infatti si occupa di raccogliere e gestire “fonti di prova digitali” che potranno essere utilizzate nel corso di un processo giudiziario. Tuttavia, in Italia manca ancora una normativa che definisca le competenze che un informatico forense deve possedere per poter svolgere tali incarichi. Inoltre, secondo quanto emerso da un sondaggio dell’ONIF, i professionisti (ingaggiati per lo più da giudici e pm) non ricevono compensi adeguati al lavoro svolto. Il 47% di loro ha dichiarato “che ridurrà o addirittura smetterà di prendere incarichi dall’autorità giudiziaria”.
Per colmare questo gap, il deputato del M5s, Roberto Rossini, ha presentato alla Camera una proposta di legge per fare ordine nel settore dell’informatica forense. Il ddl in questione prevede l’istituzione di un “Registro nazionale degli informatici forensi” e l’elaborazione di parametri adeguati per stabilire i compensi degli stessi.
Per quanto riguarda il registro, esso ha l’obiettivo di promuovere l’utilizzo degli esperti ivi iscritti in seguito al conseguimento di una certificazione. Il registro dovrà contenere sia le informazioni relative ai settori specifici di conoscenza dell’informatica forense, sia la regione o le regioni in cui il professionista intende svolgere il proprio lavoro. In questo modo, l’autorità giudiziaria potrà attingervi e scegliere direttamente il professionista, tenendo conto anche della regione in cui opera.
Per accedere al registro, il candidato dovrà superare un esame. La commissione sarà composta da almeno sette esperti giudiziari indipendenti e di acclarata esperienza nel settore dell’informatica forense. Per poter sostenere l’esame, il candidato dovrà essere in possesso del diploma di scuola superiore in ambito tecnico/informatico, della laurea o titoli successivi sempre in ambito tecnico/informatico ed aver conseguito la certificazione ISO 27037:2012. L’iscrizione al registro ha una durata di quattro anni, estendibile ad altri due nel caso in cui il professionista abbia accumulato 20 crediti formativi nei quattro anni successivi al superamento dell’esame. I crediti si possono ottenere dimostrando di aver svolto consulenze informatiche forensi o di aver partecipato in qualità di uditore/relatore a corsi di formazione o seminari.
Infine, sul fronte dei compensi, il ddl introduce un tariffario, da aggiornare ogni due anni, proposto da una commissione composta dal Ministro della Giustizia, da un rappresentante di un ente terzo e da un rappresentante degli esperti inseriti nel registro. Il tariffario prevede un compenso “per pezzo”, per le attività così dette standard, e uno specifico per quelle più complesse, come l’analisi, la ricerca, la valutazione e l’elaborazione dei dati.